domenica 31 agosto 2008

... continua il mio rintracciare il passato

… continua il mio rintracciare il passato e riscoprirlo secondo gli occhi di oggi, in cui ritrovo d’aver lasciato un’immagine di me e che essa è qualcosa che mi piace.
Tramite Tonino, anche lui ritrovato amico seppure cugino, ho rintracciato Raffaela, una donna che come me conosce il sapore dell’emigrazione. Nonostante ci conoscessimo fin dall’infanzia quando lei tornava al paese d’estate dalla Germania, ci eravamo poi frequentate quando anch’io negli anni successivi tornavo dagli USA in estate. Poi, le nostre strade si erano divise. E seppure lei ora viva a pochi chilometri da me, non ci vediamo da più di vent’anni. Non so che se ci siamo viste per strada, ci siamo riconosciute. L’ho contattata e sono stata per più d’un ora al telefono. È stata una delizia parlare con lei, scoprire e riscoprire una lontana conoscenza. E, da due giorni, i ricordi continuano ad affiorare, ricordi di cose alle quali abbiamo soltanto sfiorato; ricordi-immagini in una lingua che ho sempre serbata cara al mio cuore, attenta a non dimenticar neppure il più minimo dettaglio; ricordi di sapori e odori di carruggi e stradine che nel loro intrecciarsi formano la pianta della quale son frutto. Cosi come mi sono sentita a perfetto mio agio parlare di me oggi, della quotidianità, delle scelte fatte, della filosofia di vita e dell’imprevedibilità degli eventi lavoro incluso.

Raffaela ed io ci siamo promesse d’incontrarci a breve. Mi fa quasi paura, il tipo di paura che avverto ogni volta che mi avvicino a quella collina, dove siede arroccato il paese natio. Mi fa paura per le ondate di nostalgia che questo mi comporta e -conoscendomi abbastanza- del conseguente dolore alla mia incapacità di poter marginare la ferita del ricordo perché essa è memoria viva, da me sapientemente sigillata in un barattolo ma mai dimenticata. Forse è arrivato il momento di gestirla e ne devo capire come. È come se fossi un vulcano nel procinto di eruzione. Ecco come meglio posso descrivere la mia paura. Ma intendo procedere perché ora capisco più appieno la frase di Roosevelt “non si deve avere paura se non della paura stessa” in quanto c’è anche il forte desiderio di confrontarmi con qualcuno del mio paese, e specialmente in quanto donna, che ha fatto un certo percorso di studi e di vita e con cui mi ritrovo su tanti punti. Sono sicura che questa situazione non è un caso ma fa parte di qualcosa molto più grande. ...

31 agosto 08

Itaca
Costantino Kavafis


Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sara` questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
ne' nell'irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d'ogni sorta; piu' profumi inebrianti che puoi,
va in molte citta` egizie
impara una quantita` di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca -
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos'altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avra` deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
gia` tu avrai capito cio` che Itaca vuole significare.

Nessun commento: