... un discorso iniziato tempo addietro e che si rincorre solo nell'intimo. Andarlo a condividere è spesso come cercare di definire il fumo di una sigaretta che lentamente si consuma e le quali sfumature son difficili da identificare, tanto meno da poter descrivere ad altri. Eppure, se gli anni, che passano, vengono presi con una certa ironia, allora tutto diventa più leggero ed etereo. Dopotutto, siamo mortali e caduchi, ed in quanto tale come possiamo pretendere di annullare il tempo che si rincorre indipendentemente dal ns. ego?
Rimane fissa per me la stessa domanda: che rimane di noi se non un sorriso, se non una cara memoria anche se sbiadita e/o modificata dal tempo stesso?
In tutto questo mio peregrinare, non posso che dire abbi fede poiché è essa è sustanzia di cose sperate e se questo avrò capito, il tempo che rimane sarà non soltanto vissuto ma con gioia e libertà!
Buona domenica
4 commenti:
So qual'è la sorgente di questa riflessione...quel nostro discorso sulla fede.
La visione dei sorrisi e dei volti sbiaditi è malinconica quanto vera.
L'ironia si trasforma in tenero affetto...
L'impotenza diventa forza, se ci sai abitare, in un'umiltà-rifugio che diventa identità. Una tana di muschio e terra per un semplice scoiattolino nel bosco del tempo.
anni che passano = litri di caffè che m'ingozzo
...caprette che passano la staccionata...prima di addormentarsi
anni che passano...stronzi che restano :-D
Posta un commento