.... quando meno me lo aspetto, i segnali si fanno vivi e presenti come non mai. Oggi, da almeno quattro volte che ho aperto bocca con persone completamente sconosciute, ho ricevuto molto di più di quanto abbia dato e la mia solitudine si è addolcita tanto da divenire preghiera. Alla fermata dell'autobus, ho conosciuto una ragazza rumena che all'inizio della conversazione sentiva fortemente la necessità di giustificare la sua provenienza ma che poi mi ha raccontato i sacrifici e le umiliazioni che riceve al lavoro. Una ragazza nella ventina, lontana da casa, con tanta nostalgia e con tanta delusione nel cuore per quel che lei vede nel benessere. Un uomo che aveva lavorato per ASIA che mi ha raccontato di quanto sia difficile vivere una vita da gay. Un padre professionista che tra l'altro mi ha detto "da un anno e mezzo, ho la morte nel cuore per mio figlio". Un ragazzo Africano che standosene accovacciato su un giornale chiedendo l'elemosina, sorpreso mi ha chiesto se fossi italiana e poi ha parlato con me in Inglese dicendomi che è arrivato da poco e non sapeva come fare per vivere. Abbiamo parlato un po' confermandoci a vicenda d'essere Cristiani e per un momento solo, nell'invocare il nome di Gesu, ho sentito che ciascuno di noi -oggi- è stato veramente solo. C'è stata l'opportunità di un sorriso, di un gesto amoroso, di una parola di conforto. Ecco. La mia giornata è stata anche tante altre cose, cose che sto facendo in modo che non pilotino la mia vita. Ma, scelgo stasera di dar loro importanza secondaria. E, nella ricerca di quella libertà che il mio più caro amico mi ha detto di scavare come se stessi utilizzando un cucchiaino, ho visto che non sono bruco ma farfalla, quando le mie membra e la mia anima cercano e riconoscono Lui, il Cristo, fra noi in tutte le sue manifestazioni. Stasera, per la prima volta in molto tempo, sono felice. E prego te, lettore, di riflettere -se non scegli d'affermare-queste parole: "Gesu, io confido in Te!"